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IL MIRACOLO DEL MONTE GARGANO

La figura dell’Arcangelo Michele, comandante delle milizie celesti nella lotta contro le potenze diaboliche, messaggero divino, protettore dell’umanità dalle pestilenze, grande taumaturgo, e contemporaneamente giudice e “pesatore” delle anime, ha ispirato una devozione popolare diffusa in tutta l’Europa fin dall’Alto Medioevo e testimoniata da innumerevoli edifici di culto ed opere d’arte.
Oltre che degli uomini d’arme, a cominciare dai Longobardi, l’Arcangelo è venerato come santo protettore dei pastori della transumanza, esposti a innumerevoli pericoli durante gli spostamenti di greggi e mandrie dalle pianure alle montagne.
Non a caso le festività liturgiche di San Michele ricorrono l’8 maggio ed il 29 settembre, date collegabili proprio ai trasferimenti stagionali dei pastori.Nella chiesa di Formello la pala sull’altare maggiore, del XVII secolo, rappresenta l’Arcangelo Michele in veste di guerriero e giudice, che brandisce la lancia nella destra, e contemporaneamente, con la mano sinistra sostiene con leggerezza una bilancia.


I restauri del tamburo dell’abside stanno portando alla luce (campagna 2019 -2020) altre rappresentazioni, piu’ antiche e meno usuali, del patrimonio agiografico micaelico: la cacciata dei diavoli nell’Inferno e le apparizioni del Monte Gargano, ampio racconto di fondazione del grande Santuario di Monte Sant’Angelo, in Puglia.





IL MIRACOLO DEL MONTE GARGANO
«In quella città viveva un personaggio molto ricco, di nome Gargano, che, fin dal suo arrivo, diede il suo nome al monte. Un giorno, mentre i suoi armenti, di cui possedeva una grande quantità, pascolavano sparsi qua e là, lungo i ripidi pendii della montagna, accadde che un toro, il quale, disprezzando la compagnia degli altri animali, era solito muoversi da solo come ultimo della mandria, al rientro del bestiame, non aveva fatto ritorno nella stalla. Il padrone, allora, radunato un gran numero di servi, lo cercò dappertutto anche lontano dai percorsi abituali e infine lo trovò sulla cima della montagna, immobile, nei pressi dell’ingresso di una grotta. Mosso dall’ira, perché procedeva solitario, afferrato l’arco, gli scagliò contro una freccia avvelenata.
Ma questa, come deviata da un soffio di vento, tornata subito indietro, colpì chi l’aveva scagliata. I cittadini, turbati e stupefatti del modo in cui si era verificato l’accaduto – non osavano,
infatti, avvicinarsi – consultarono il vescovo sul da farsi. Questi, indetto un digiuno di tre giorni, esortò a rivolgersi al Signore.
A conclusione del digiuno, il santo Arcangelo del Signore apparve in visione al vescovo e gli parlò in questi termini: “Bene hai fatto a rivolgerti al Signore per comprendere ciò che agli uomini rimaneva nascosto, cioè il mistero dell’uomo colpito dalla sua stessa freccia.
Sappiate che questo è avvenuto per mia volontà. Io, infatti, sono l’Arcangelo Michele, che sta sempre al cospetto del Signore. Venuto nella determinazione di proteggere sulla terra questo luogo e i suoi abitanti, con questo miracolo ho voluto dimostrare di essere ispettore e custode di tutto ciò che avviene qui e del luogo stesso”.
In seguito a tale rivelazione, i cittadini presero l’abitudine di rivolgersi in preghiera al Signore e a Michele proprio in quel luogo»







Nel corpus della tradizione iconologica ed iconografica relativa alla devozione all’Arcangelo Michele, non è largamente conosciuta la storia del “Miracolo del Gargano”, qui riportata nella versione fornita dal testo, databile all’VIII secolo, intitolato Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano, reperibile in vari siti on line.Le opere d’arte che rappresentano queste vicende non sono numerose, anche se relativamente frequenti nell’ambito della Scuola catalana del XV secolo. In ambiente laziale si possono citare alcuni interessanti esempi, prodotti in epoche diverse:

- l’affresco nella chiesa rupestre di S. Maria del Parto, a Sutri
- l’affresco di Antoniazzo Romano, nella cappella funebre del Cardinale Bessarione, nella chiesa dei SS. Apostoli a Roma
- l’affresco di Raffaellino da Reggio, nella c.d “Sala degli Angeli”, nel Palazzo Farnese di Caprarola
- l’affresco, in corso di restauro e di prossima pubblicazione in questo sito, nella chiesa di San Michele Arcangelo a Formello.

L’Archeoclub di Formello ha promosso una ricerca, finalizzata alla raccolta delle testimonianze artistiche del “Miracolo del Gargano” presenti in chiese e santuari micaelici italiani, e della ritualità religiosa tradizionale collegata alla venerazione dell’Arcangelo Michele.

Carla Sisto Canali