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Ricordi degli anni ‘50

In occasione della manifestazione “Il Cammino dell’Arcangelo”, che nel 2016 celebrò per la prima volta la solennità liturgica del 29 settembre, dedicata ai tre Arcangeli, fu organizzata la mostra delle fotografie dei matrimoni celebrati nella chiesa di san Michele Arcangelo per un breve periodo, alla fine degli anni ’50. Silvana Barocco e Sara Fianchini, che avevano precedentemente raccolto immagini e testimonianze orali delle cerimonie, organizzarono il materiale, che andò a comporre i poster, realizzati a cura dell’Archeoclub. La mostra suscitò grande curiosità e interesse e fu seguita, qualche giorno dopo,  da un caldo incontro dedicato alle memorie del passato, (visibile nel filmato “Il Cammino dell’Arcangelo”, in questo sito).

Per ricordare meglio… 
Era Il 1958 quando causa restauro nella chiesa di San Lorenzo gli eventi religiosi si spostarono nella chiesa, già abbandonata da anni, di San Michele Arcangelo, per i formellesi meglio conosciuta come Sant’Angelo. 
Così per qualche anno queste mura tornarono a vivere attraverso la gioia di matrimoni, battesimi, cresime, e la tristezza per il dolore di chi perdeva persone care. Poi, a metà degli anni ’60 si ritornò nella chiesa madre di San Lorenzo; tra queste mura scese di nuovo il silenzio e ci dimenticammo della chiesa, se non che per qualche sporadica apertura per la festa di qualche santo… poi anche questo finì e fu l’abbandono più completo. 


Fino a che comparve l’Archeoclub, un’associazione no-profit che ha lo scopo di valorizzare e promuovere la conoscenza di beni culturali ed ambientali, che in occasione dell’anno giubilare 2016 volle adottare questa chiesa per farla tornare alla vita con tutti i suoi tesori. 
Il grande portone su via XX settembre fu così riaperto.
E dopo tanti anni, rientrando in questo luogo sacro, per troppo tempo dimenticato, tanti ricordi e tante emozioni tornano alla mente, e nonostante l’abbandono si respira il profumo di una vita che fu… 
Facciamo sì che questa porta non si richiuda!
Per ricordare meglio gli eventi e le persone del passato, abbiamo voluto raccogliere ed esporre qui in mostra le testimonianze e le fotografie delle cerimonie che si sono svolte in questa chiesa. Ci è sembrato giusto condividere con tutti i nostri concittadini il percorso emozionante, a tratti divertente e sempre interessante, che noi abbiamo compiuto ascoltando la voce degli anziani che rievocavano i momenti felici della loro giovinezza.
SARA FIANCHINI E SILVANA BAROCCO

Matrimoni di una volta
Negli anni 50-60 il matrimonio era ancora visto come una necessità, soprattutto per la donna, che poteva così assicurarsi una stabilità economica. Il più delle volte il compito della donna era quello di badare alla casa e accudire il marito che andava a “guadagnare”. Si convolava a nozze molto giovani e il matrimonio segnava l’inizio di una nuova vita per entrambi gli sposi.
Una volta decisa la data dell’evento, iniziavano i preparativi. Il primo pensiero era la casa, che se non si aveva di proprietà si prendeva in affitto e, l’affitto era più o meno alto a seconda se c’era o no “lo butto”, i bagni per l’epoca ancora rari.
L’arredamento era a spese della donna, che si limitava all’essenziale: cucina, camera e materasso di lana. Come pure il corredo: tovaglie, canavacci, zinaletti, lenzuola, coperte, asciugamani. Per le suppellettili si confidava nei regali degli invitati.
Allo sposo spettava il compito di pagare il vestito bianco della sposa, che però avrebbe visto solo il giorno delle nozze, indosso alla sua amata, e il bouquet che faceva recapitare alla sposa la mattina del matrimonio. Era usanza per i genitori dello sposo, regalare una parure in oro alla futura nuora che comprendeva: un girocollo, un bracciale, gli orecchini.
I parenti e gli amici, agghindati negli abiti migliori, formavano il corteo. Lo sposo,al braccio della mamma e seguito dai suoi invitati,si dirigeva verso la casa della futura sposa e insieme ripartivano alla volta della chiesa, formando un unico corteo. All’inizio del quale, ora, c’era la sposa al braccio del padre, dietro lo sposo accompagnato dalla mamma e di seguito tutti gli invitati.
Finita la cerimonia ci si trovava tutti per consumare il pranzo nuziale, o in casa di uno degli sposi, se era abbastanza grande, o in un locale affittato per l’occasione. Il mangiare si preparava a casa e la spesa era divisa a metà tra le due famiglie. Le cuoche solitamente erano le mamme, le sorelle, le zie… le quali cominciavano a cucinare giorni prima. A fine pasto i novelli sposi passavano tra gli invitati: lo sposo con in mano un contenitore pieno di confetti e la sposa con un cucchiaio e dispensavano confetti agli ospiti. Svolto anche quest’ultimo compito, gli sposini andavano nella loro nuova casa a cambiarsi d’abito ed indossavano i vestiti per il viaggio di nozze, fatti per l’occasione. Salutavano parenti ed amici e partivano per il fatidico viaggio che solitamente durava pochi giorni e neanche tanto lontano dal paese. 
SARA FIANCHINI

Vedi anche
LORENZA e AURELIO 21 aprile 1960
MARIA PIA e MIMMO / ANNA e PIERO 19 settembre / 12 ottobre 1959
MARISA e SANTE 25 aprile 1959
ELSA e MEMMO 30 ottobre 1958
ZOE e AMEDEO / WILMA e ADRIANO 13 Ottobre / 23 Ottobre 1958